IN QUESTO ARTICOLO TROVERAI:

Ogni mese, una donna ci racconta il suo rapporto con la bellezza e la cura di sé.

Scopriremo come l’età, la professione, gli impegni e le priorità si rispecchiano nelle scelte quotidiane di self-care.

  1. Cosa significa per te prendersi cura di sé?

Prendersi cura di sé significa ascoltarsi e prendersi la responsabilità di rispettare i propri bisogni più profondi. È un lavoro quotidiano, complesso e a tratti faticoso, ma è il dono più grande che possiamo farci.

2. Per la fotografia hai lasciato il tanto osannato ‘posto fisso’. Credi che il benessere personale passi attraverso la capacità di correre dei rischi?

Per me è stata una questione di sopravvivenza, non sentivo di avere grandi alternative: il mio corpo mi parlava chiaramente, il malessere fisico e psicologico era ormai insopportabile. È stato difficile, ma al tempo stesso anche molto piacevole per me, che per carattere adoro i cambiamenti profondi e non temo le novità. Insomma, il rischio è il mio mestiere!

3. Cos’è per te la fotografia e che relazione c’è tra questa e la bellezza?

Nella fotografia ho scoperto un modo diverso di raccontare storie. Avendo studiato comunicazione e lavorato per diversi anni in questo campo, è stata una grande sorpresa per me scoprire che potevo usare le immagini per fare quello che fino a quel momento pensavo fosse possibile fare solo con le parole. 

La fotografia ha il dono dell’immediatezza, supera le barriere culturali e linguistiche, perché parla allo sguardo. È in questo la sua bellezza, nella sua universalità e al tempo stesso nella visione personale che ognuno di noi mette nelle immagini che si trova davanti. 

4. Hai la capacità di catturare i dettagli di tutto ciò che fotografi: dal parto al branding. Questo stile genuino e spontaneo ti piace anche sul tuo aspetto?

Non potrebbe essere altrimenti: la genuinità e la mancanza di sovrastrutture sono caratteristiche molto presenti nel mio carattere e non sarei capace di fotografare in altro modo. Questo non significa che per me il percorso per trovare la mia visione e il mio stile sia stato lineare: per anni ho cercato di adattare il mio linguaggio prediletto, quello del reportage, alle richieste dei clienti, fino a capire che, forse, dovevo avere la forza e il coraggio di essere pienamente me stessa e di non scendere a compromessi. Oggi, sempre di più, chi mi sceglie lo fa proprio per il taglio fotogiornalistico che do alle foto e quasi mai mi viene chiesto di rinunciarvi. 

5. Tra i tuoi lavori ci hanno colpito in particolare gli scatti che hai fatto per documentare il parto delle donne. Com’è condividere un momento così importante e intimo? Cosa vuol dire stare dietro alla camera?

Fotografare il parto per me è stata una folgorazione e non posso nascondere che sia l’ambito che preferisco del mio lavoro. È un onore immenso poter assistere ad un evento così importante e trasformativo per una donna, e sapere che quelle immagini verranno custodite per sempre e saranno parte della storia di quella famiglia è semplicemente magico. La fotografia di nascita per me dà dipendenza, ormai ne ho la certezza.

6. Come ti prendi cura di te stessa nella quotidianità?

Sono una persona molto semplice e spesso la mia beauty routine è ridotta al minimo: una buona pulizia del viso, una crema di qualità e un trucco leggero. Quello che però io considero la vera cura verso me stessa è il contatto quotidiano che cerco di avere con la Natura: ho la fortuna di vivere sui colli bolognesi e la mia quotidianità è fatta di paesaggi verdi che riempiono gli occhi, cura dell’orto ed esplorazioni boschive insieme a mio figlio e alla mia cagnolina.

7. C’è una massima di vita che ti rappresenta?

Direi che quella che più mi rappresenta è: “Fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita”.


Trovi Nicoletta sui social come @nicolettavaldisteno e su Nicofotografia

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